Ce l’ho è un gioco di sfide sull’Italiano, un percorso nel quale non mancheranno insidie!

  • Numero giocatori: 2-6
  • Età: 10-99
  • Versione recensita: Clementoni
  • Autori: Francesco berardi
  • Ingombro sul tavolo: Importante*

(*Minimo: tavolino da bar; Medio: tavolo da 4 persone; Importante: tavolo da 6+ persone)

Ce l’ho della Clementoni è un gioco educativo, che stimola lo sviluppo del lessico e l’apprendimento di alcune regole fondamentali della lingua italiana…veramente ben fatto!

Noi lo abbiamo potuto provare, perché ci è stata data l’opportunità di entrare in un gruppo di tester della Clementoni: così è arrivato questo gioco di cui non conoscevamo nulla, ed è stato veramente una sorpresa!

la scatola

Premetto che io detesto i giochi a domanda tipo Trivial. I motivi sono molteplici: i maligni diranno che non ho abbastanza cultura, io dico che ho un problema con le domande a bruciapelo, mi innervosiscono… e poi c’è sempre il sapientone al tavolo che inizia a metterti ansia ogni volta che ti prendi un minuto di tempo in più per fare le tue considerazioni.

Così, arrivato il gioco, inizio a temere che per me sarà un supplizio. Invece il gioco si rivela piacevolissimo, e sembra pensato apposta per evitare di essere frustrante.

Il tabellone è ben fatto: abbastanza robusto, mostra un percorso di caselle colorate alle quali è associata una domanda o una sfida. Nel primo caso, il giocatore di turno dovrà rispondere a quesiti relativi a regole grammaticali, definizioni, sinonimi e contrari, proverbi e modi di dire. Trattandosi di quesiti a risposta multipla, potranno lanciarsi a rispondere anche bambini delle classi iniziali, ancora indietro con gli studi di grammatica.

Ogni domanda presenta 3 risposte di cui solo una esatta, perciò anche se il bambino non conosce la risposta può lanciarsi su una delle tre e sperare di aver azzeccato.

Le sfide coinvolgono invece tutti i giocatori, indipendentemente dal turno: la sfida “inizia con” sarà assegnata al primo che riuscirà a pensare ad una parola, cominciante per una certa lettera, e riconducibile ad una determinata categoria di oggetti (lettera iniziale e categoria che saranno definite a caso mediante pesca da appositi mazzi di carte); nella sfida “la parola più lunga” si tratterà di comporre con 12 carte lettera pescate a caso la parola più lunga di tutti.

Quel che mi convince è che il gioco non è necessariamente lungo; possiamo anche solo puntare a rispondere ad un tipo di domanda ed evitare caselle di un certo colore, cercando così di andare sempre avanti. Inoltre, per ogni risposta esatta, oltre ad avanzare di una casella, prenderemo un gettone del colore corrispondente. I gettoni accumulati potranno, in qualunque momento, essere pagati per saltare avanti di un certo numero di caselle, secondo il numero di gettoni pagati. Arrivati all’ultima casella, si vince rispondendo a tutti i 4 quesiti di una stessa carta.

Tutto in ordine nella scatola

Ho giocato a Ce l’ho della Clementoni principalmente coi miei bimbi di 8 e 6 anni, ma lo abbiamo proposto anche ad amici; devo dire che i quesiti non sono del tutto banali, seppur accessibili. Certamente occorre almeno una seconda elementare, per poter rispondere alle domande di grammatica, ma le sfide rendono il gioco giocabile anche al bambino di prima elementare. Più di tutte mi è piaciuta la sezione dedicata ai proverbi e ai modi di dire: spesso è capitato anche noi adulti ad essere convinti di saper spiegare un determinato modo di dire, salvo poi scoprire di essere molto lontani dal significato reale; inoltre trovo veramente educativo chiedere al bambino di pensare sul significato di un proverbio, che magari nella vita di tutti i giorni ha sentito, e che magari è capace di usare, spesso però senza chiedersi cosa veramente voglia dire.

Insomma si discosta dal gioco dell’oca ma anche dal trivial, in più fornisce un setting educativo al quale i bambini partecipano con piacere: e Antonio, preso dall’entusiasmo, ne ha subito voluto parlare alla maestra; e Tommaso, pur essendo svantaggiato data l’età inferiore lo ha comunque giocato molto volentieri: spesso anzi la sfida di dover indovinare le risposte senza aver studiato, semplicemente ragionandoci su si è rivelata un ulteriore incentivo alla partecipazione.

In effetti sarei propensa a proporlo anche agli insegnanti come piacevole sussidio didattico Insomma se avete bambini che hanno difficoltà o sono annoiati dall’Italiano, mi sento di proporvi questo gioco, che potrebbe aiutare ad affrontare la grammatica in maniera più serena e divertente!

Il commento di mio marito: per un adulto è fin troppo facile, ma è sempre un piacere giocarlo con i piccoli